Il nostro destino non dipende dal nostro DNA.
Da diverso tempo, riviste come il Time e ricercatori del livello di Bruce Lipton sostengono che i nostri geni, piuttosto che controllare, siano essi stessi sotto l’influenza di fattori esterni, quali i cambiamenti ambientali, i nostri pensieri e le nostre credenze: è ciò che viene definito controllo epigenetico o epigenesi. Ricerche condotte dall’università americana di Yale indicano che il DNA incide solo del 25% circa sull’espressione genica. Questa è un’affermazione dall’enorme significato, in quanto introduce il concetto di libera scelta nell’idea che abbiamo della genetica. Infatti, ciò che decidiamo spontaneamente di mangiare, bere, fare, pensare, dire e ancora lo stile di vita, l’esercizio fisico ecc. avrebbero un peso del 75% circa non solo su di noi, sul nostro DNA, sulla nostra salute e sul nostro equilibrio psico-fisico, ma perfino sulle generazioni che discendono da noi, alle quali trasmetteremmo i nostri geni. Ma oltre a ciò, vi sarebbero anche degli effetti sulla longevità: ad esempio, una pressione sanguigna, un livello di colesterolo e un peso adeguati aumenterebbero la prospettiva di vita rispettivamente di circa 4 anni; praticare regolarmente esercizio fisico, invece, da 1 a 3 anni. In definitiva, si guadagnerebbero quasi 6-7 anni in più. Per usare le parole del dr. Christopher Kent, “le decisioni che prendete e le azioni che intraprendete influiscono sul vostro futuro e su quello dell’umanità”.
Questo ha condotto il dr. Dean Ornish, fisico che difende l’importanza dello stile di vita relativamente alla salute, a tentare un piccolo esperimento, consistente nel far cambiare modo di vivere ed alimentazione per 3 mesi a persone malate di cancro alla prostata ed osservare i risultati a livello genetico. Alla fine dell’esperimento avevano subito delle variazioni oltre 500 geni, di cui 48 erano stati “attivati” e 453 “disattivati”.
Il ruolo della chiropratica.
Secondo la chiropratica, le sublussazioni vertebrali hanno la capacità sia di distorcere la nostra percezione dell’ambiente, sia di compromettere il modo in cui l’organismo risponde ad esso: è perciò che correggerle ha un valore molto profondo. Dopo un aggiustamento chiropratico, molti pazienti hanno riscontrato un aumento nel livello di benessere e di consapevolezza, derivante dai sensi, dello spazio circostante.
Questo significa influire sull’espressione genetica e può avvenire in due modi:
- modificando la percezione dell’ambiente, ovvero permettendo al corpo di adottare le appropriate contromisure ai cambiamenti esterni,
- influenzando i processi fisiologici di base toccando lo stress.
Secondo la definizione che ne ha dato il dr. Hans Selye, considerate il padre della ricerca sullo stress, lo stress è “la risposta non specifica del corpo ad ogni richiesta”. A suo dire, l’assenza di stress è incompatibile con la vita, in quanto solo le cose inanimate non hanno esigenze verso di sé.
Il che è simile a quanto affermato da B.J. Palmer, il padre della chiropratica, secondo cui “la vita è movimento e il movimento è vita”, mentre la differenza tra viventi e non viventi è la capacità di adattarsi ai cambiamenti ambientali.
Queste riflessioni portano ai concetti di omeostasi e di omeodinamica:
- L’omeostasi è la proprietà di un organismo di mantenere il suo habitat interno e, di conseguenza, una condizione costante e duratura.
- L’omeodinamica è un processo dinamico che consiste nella capacità di un essere vivente di arrangiarsi quando si trova in una situazione tale che la propria stabilità interna è a rischio. Quindi, alla luce di tutto ciò, una persona sana attraversa uno stato di equilibrio dinamico.
Lo stress: è davvero soltanto negativo? La distinzione di Selye e la dinamica generale d’adattamento
Il dr. Selye si dedicò molto allo studio dello stress e giunse a distinguerlo in:
“eustress” e “distress”
- L’eustress è positivo ed in espansione, poiché permette l’espansione dell’esperienza umana. E’ grazie a l’“eustress” che ci gettiamo col paracadute da un aereo pur sapendo che non sta precipitando, o andiamo al cinema per guardare un film che sappiamo ci farà piangere, ecc.
- Il distress è ciò a cui comunemente ci riferiamo parlando di stress ed è negativo e nocivo giacché, come afferma Bruce Lipton, “il nostro organismo non può evolversi e difendersi contemporaneamente”, ovvero non possiamo sperare di vivere felicemente ed in equilibrio se stiamo utilizzando le nostre energie per contrastare le avversità.
Tuttavia, noi umani siamo gli unici esseri viventi che possono trasformare il “distress” in “eustress” mediante l’uso della razionalità: infatti, siamo in grado di mutare atteggiamento e le risposte psico-emozionali, trasformando lo stress negativo in energia positiva che amplia i nostri orizzonti attraverso l’esperienza.
Questo è un procedimento che possiamo imparare utilizzando tecniche come il Demartini Method che insegnamo nel nostro corso The Breakthrough Experience
Il dr Selye notò che quando gli animali erano sottoposti a stress fisico, psico-emozionale o bio-chimico, i cambiamenti avvenivano in loro indipendentemente da ognuna di queste tre categorie. Si accorse che essi iniziavano generalmente ad uniformarsi nel momento in cui si accorgevano che qualcosa “non andava” e che c’era bisogno di una risposta fisiologica adeguata. Seguiva un periodo nel quale le loro risorse agivano nel tentativo di conformarsi alle nuove esigenze. Ma qualora queste avessero oltrepassato il limite di adattabilità, avrebbero logorato gli animali fino a portarli alla morte.
La reazione combatti o fuggi
Questo tipo di risposta è un fattore primitivo a cui i nostri antenati ricorrevano quando si trovavano in condizioni di pericolo immediato, come imbattersi involontariamente in una tigre. In queste situazioni entravano in gioco dei fattori biologici.
Lo stress è considerato positivo quando la persona si sente stimolata ed in grado di affrontare la situazione e negativo quando si verifica la condizione opposta. In particolare, se esso va oltre un certo livello, la prestazione ne risente, risultando indebolita.
Lo stress è mediato dall’HPA (Ipotalamo . Pituitaria – Surrenale):
dall’ipotalamo vengono rilasciati dei fattori che producono da una parte l’interruzione delle attività gastro-intestinali, sessuali e del sistema immunitario e, dall’altra, la mobilitazione del glucosio verso i muscoli e la dilatazione delle pupille per avere una visuale più completa dello spazio attorno: in questo momento, in pratica, l’organismo si trova in difesa e non in crescita.
In questo quadro, i sistemi immunitario, nervoso ed endocrino agiscono insieme: i sensori della corteccia surrenale, di quella cerebrale, l’ipotalamo e l’ipofisi con i loro fattori di rilascio, i neurotrasmettitori, i neuropeptidi, gli immunotrasmettirori ecc. vengono magistralmente diretti dal sistema nervoso per ottenere la più efficace ed immediata risposta possibile.
La riparazione del DNA
Ora la domanda che potremmo porci è: come possiamo costruire un “ponte” tra “distress” ed “eustress”, tra dolore e benessere, onde ottimizzare le funzioni del nostro corpo?
Un modo è comprendere le dinamiche della riparazione del DNA. Nel corso dell’esistenza, gli stress fisici, biochimici e psico-emozionali la danneggiano talché, quando dev’essere trascritto, la copia risulta diversa da com’era in precedenza e rovinata. Perciò, sommandosi sia le copie “errate” che i traumi che si susseguono, il DNA si deteriora, il corpo invecchia e muore prima.
Tuttavia, il nostro organismo possiede le doti necessarie a riportare il DNA al suo stato originario e, se la riparazione ha successo, ritornano il benessere e la piena capacità del corpo di assolvere le sue funzioni. Ma se ciò non avviene, persistono carenze genetiche, inibizioni biochimiche, problemi neuro-genetici (che possono dar luogo al cancro) e tossici (come l’infiammazione, che molte patologie hanno in comune).
Come ha luogo la riparazione? Ogni 10.000 replicazioni circa, un nucleotide si inceppa e viene combinato male. Allora sopraggiunge un enzima, che sostituisce e lo rimpiazza.
Come possiamo conoscere la capacità del corpo di riparare il DNA? Attraverso i tioli nel plasma che sono un componente chimico del sangue. Ciò che rende utili i tioli a questo scopo è la sensibilità ai cambiamenti di salute di un individuo e alle reazioni redox. Inoltre, il glutatione (uno dei tioli) è uno dei componenti primari nei sistemi antiossidanti.
Alla luce di queste considerazioni, il dr. Ronald W. Pero, direttore della ricerca sulla prevenzione del cancro al New York’s Preventive Medicine Institute e professore di Environmental Health at New York University ha affermato che i tioli nel plasma possono “predire la lunghezza della vita dei mammiferi” e “fornire una stima dello stato di salute di un individuo”.
Il dr Arthur F. Banne afferma che: più il loro tasso è alto, maggiore è la prospettiva di vivere e viceversa. Essi rivelano anche “il contagio da parte dell’HIV nelle persone che si drogano attraverso siringhe”, sottolinea il dr Eric Marmor, e predicono gli esiti clinici con più efficacia della microglobulina Beta-2.
Cosa c’entra tutto ciò con la chiropratica?
Da una parte, la misurazione dei tioli del plasma mette in evidenza la funzionalità degli enzimi e quanto l’organismo sia in salute. Dall’altra, la chiropratica è interessata al miglioramento della riparazione del DNA attraverso sia la riduzione dei danni che esso reca, sia la regolazione del sistema immunitario. Per questo, alcuni ritengono che possa aggiungere anni di vita e una migliore qualità di vita agli anni. Inoltre, mostra la probabilità che una particolare situazione biochimica possa portare ad una malattia. E’ possibile fare l’esame di propria scelta, ovvero senza il bisogno di essere affetti da qualche malattia. L’esame riesce a mettere in luce alcuni benefici nascosti della cura chiropratica.
Studi sull’efficacia della cura chiropratica nei livelli di tioli nel sangue.
I dottori Clayton J. Campbell, Cristopher Kent, Arthur F. Banne, Amir Amiri e Ronald W. Pero hanno condotto degli accertamenti su gruppi di persone che si sottoponevano agli aggiustamenti chiropratici e non
Livelli riscontrati:
- persone che soffrivano di malattie croniche, circa 40;
- persone prive di malattie clinicamente riconosciute, quasi 120;
- persone con precedent problemi di salute che si sottoponevano agli aggiustamenti da non più di un anno e mezzo, un po’ più di 100;
- persone che andavano dal chiropratico da almeno un anno e mezzo, più di 140.
Frammenti di ricerche sulla chiropratica.
“La chiropratica può ridurre i costi delle cure, incoraggiare stili di vita sani, migliorare la percezione della qualità della vita. Ma ciò su cui i ricercatori si sono focalizzati maggiormente è che gli aggiustamenti chiropratici coinvolgono la chimica dei processi biologici a livello cellulare”.
“La chiropratica può influenzare i processi fisiologici di base andando a toccare lo stress ossidativo e la riparazione del DNA. Queste scoperte offrono una spiegazione scientifica degli effetti benefici riportati dai pazienti dei chiropratici”, estratto dal Medical News Today.